Nakajima G10N
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Sebbene i giapponesi avessero considerato la necessità di disporre un bombardiere capace di missioni a lungo raggio sin all'inizio delle ostilità ben poco fu fatto fino a quando il bisogno divenne impellente.

La causa principale di questa apatia può essere attribuita ai primi successi nel teatro del Pacifico dove i bombardieri a corto e medio raggio allora in uso dai giapponesi si rilevarono adeguati a soddisfare le esigenze dell'Esercito e della Marina.

Quando le azioni militari iniziarono da essere sfavorevoli, i giapponesi si resero conto che era necessario acquisire alcuni mezzi per attaccare gli Stati Uniti continentali, non solo per distruggere l'industria bellica americana ma per devastare i centri abitati civili per ridurre il morale e portare la guerra in casa degli Stati Uniti.

Per conseguenza, gli Stati Uniti avrebbero dovuto stanziare o destinare risorse per aumentare la difesa della patria, spostamento che avrebbe in maniera sostanziale influito sul potenziale bellico da impiegare in prima linea.

Come la storia doveva dimostrare, i giapponesi riuscirono a lanciare attacchi contro l'America, ma solo sotto forma di bombe a palloncino Fu-Go e attacchi isolati sulla costa occidentale da idrovolanti lanciati da sottomarini. Nessuno di questi attacchi sortì l’effetto voluto.

Ci furono alcuni tentativi di produrre un bombardiere a lungo raggio - ad esempio, il Mitsubishi G7M1 Taizan - oltre a progetti che furono effettivamente costruiti come il Nakajima G5N Shinzan e il Nakajima G8N Renzan. Lo Shinzan non ebbe successo e il Renzan non riuscì a raggiungere lo stato operativo.

Il problema fondamentale era che la geografia poneva la macchina bellica industriale degli Stati Uniti lontano dalla portata dei velivoli per azioni a lungo raggio in servizio in quel momento in Giappone.

Doveva essere Nakajima a tentare di fornire un bombardiere strategico a lungo raggio in grado di portare l’offesa giapponese in America. L'uomo incaricato che si fece carico del progetto fu Chikuhei Nakajima, presidente e ingegnere della Nakajima Hikoki KK.

Motivato dai suoi timori sull'incapacità dei giapponesi di raggiungere e distruggere la capacità industriale degli Stati Uniti, Chikuhei cercò di convincere la Marina e l’Esercito sulla necessità di un bombardiere strategico che potesse colpire il territorio continentale americano. Tuttavia, i funzionari di entrambi i servizi si rifiutarono di prendere in considerazione le sue idee.

Pertanto, senza richieste ufficiali, Chikuhei investì una parte delle risorse dell’azienda per redigere progetti per un bombardiere che potesse decollare dalle basi giapponesi, attraversare il Pacifico, attaccare obiettivi sulla costa occidentale dell'America e tornare alle sue basi originali o altrove nel territorio giapponese o occupato dall'Asse. Nakajima denominò il lavoro di progettazione come "Progetto Z". Il capo dello studio della fusoliera era Shinobu Mitake (capo progettista Shinzan), il capo dello studio del motore era Tanaka Kiyoshi; il leader era l'ingegnere capo Satoshi Koyama.

Il 29 gennaio 1943 Nakajima iniziò l'attività di assemblaggio di bozze e studi per la progettazione del bombardiere, insieme a relazioni che studiavano la fattibilità e i problemi di produzione. Al completamento di questa fase nell'aprile 1943, presentò nuovamente il progetto ai responsabili di Esercito e Marina che, questa volta, lo ascoltarono.

Tuttavia, nonostante le informazioni che Nakajima aveva raccolto per il bombardiere proposto e nonostante entrambi i servizi ora comprendessero la necessità di disporre di un tale aereo, Esercito e Marina avevano ciascuna le proprie idee.

L’Esercito desiderava un velivolo che potesse operare a 10.000 metri e trasportare un pesante armamento difensivo. Al contrario la Marina voleva un bombardiere in grado di volare ad un'altezza di 15.000 metri, un'altitudine in cui l'intercettazione sarebbe difficile e quindi con un armamento difensivo più leggero; inoltre, la Marina voleva che il bombardiere decollasse dal Giappone, bombardasse qualsiasi obiettivo all'interno del territorio degli Stati Uniti e infine utilizzasse basi in Europa o su territorio occupato dall’Asse, invece di fare ritorno sul territorio giapponese.

Sebbene ci fossero una serie di variazioni del velivolo durante lo sviluppo del Progetto Z, emersero tre progetti di base. Il progetto presentato all’Esercito utilizzava un carrello "tail sitter", presentava doppi stabilizzatori verticali e presentava una certa somiglianza con i modelli tedeschi. Aveva anche un muso arrotondato simile al Boeing B-29 Superfortress e al bombardiere Messerschmitt Me 264 "Amerika".

Il progetto proposto alla Marina utilizzava una disposizione del carrello di atterraggio a triciclo e un muso arrotondato, ma utilizzava un unico stabilizzatore verticale. La proposta di Nakajima manteneva il singolo stabilizzatore verticale ma aveva un muso a gradini molto simile a quello utilizzato sul G5N Shinzan su cui l'azienda aveva lavorato in precedenza.

Nel giugno 1943 Nakajima ricevette richieste di modifica da Esercito e Marina, le aveva esaminate e aveva iniziato a lavorare alla stesura di un progetto definitivo. Per continuare la ricerca, l'ulteriore sviluppo e lo studio del velivolo Project Z, il 9 agosto 1943 fu formato il Comitato tecnico dell'aviazione dell'Esercito e della Marina.

Ad agosto, Chikuhei Nakajima preparò un documento intitolato "Strategia per la vittoria definitiva". Chikuhei usò tutta la sua influenza personale per assicurarsi che il suo documento raggiungesse non solo i funzionari delle due armi, ma anche i politici e persino il primo ministro Hideki Tojo. La sua tesi era suddivisa in sei capitoli e conteneva il piano per sconfiggere gli Stati Uniti e difendere il Giappone. La componente chiave era il bombardiere Project Z che, secondo lui, poteva essere utilizzato per distruggere gli aeroporti statunitensi come mezzo per negare agli Stati Uniti la possibilità di lanciare incursioni contro il Giappone. Questo suggerimento era in parte dovuto alla sua convinzione che le forze aeree giapponesi non fossero abbastanza adeguate a respingere i bombardamenti del territorio nazionale.

Un altro aspetto della tesi era l'uso del bombardiere per attaccare l'industria bellica statunitense. Senza materiali e petrolio, gli Stati Uniti non avrebbero potuto produrre aerei, carri armati e altre armi. Ancora più importante, si aggiungeva, i giapponesi avrebbero potuto usare il bombardiere per distruggere l'industria militare sovietica come mezzo per sostenere la Germania.

Il bombardiere Project Z impiegava una struttura interamente metallica con le ali montate nella posizione centrale della fusoliera. L'aereo doveva essere alimentato dal motore Nakajima Ha-54 radiale a 36 cilindri, noto anche come D.BH. L'Ha-54 era, infatti, due Ha-44 a 18 cilindri radiali accoppiati insieme. Si prevedeva che il motore Ha-54 potesse produrre fino a 5.000 CV e che sei di questi sarebbero stati sufficienti per spingere il bombardiere a una generosa velocità massima di 679 km/h.

Ogni motore ruotava due eliche a tre pale controrotanti con un diametro di 4,5 metri. Il motore Ha-54, tuttavia, non sarebbe stato pronto immediatamente (e come si sono verificati gli eventi, alla fine della guerra era ancora solo un prototipo di motore e i problemi di raffreddamento del propulsore tramite l'uso di una cappottatura canalizzata non furono mai risolti). Perciò, Nakajima si dovette accontentare dello sperimentale NK11A (motorizzato Ha-53) che, anche se in fase di sviluppo, doveva essere pronto per le prove. Lo svantaggio stava nel fatto che l'NK11A avrebbe dovuto sviluppare solo 2.500 CV e questo avrebbe sicuramente abbassato le stime delle prestazioni.

L'introduzione dell'NK11A rese necessaria una revisione della cellula del Progetto Z.

La quota operativa del bombardiere era stimata in 15.000 metri e si credeva quindi che un pesante armamento difensivo non fosse necessario poiché l'alta quota avrebbe offerto protezione dall'opposizione dei caccia della difesa aerea. In misura minore, la velocità prevista avrebbe ridotto anche la vulnerabilità. Di conseguenza, il bombardiere era progettato con almeno otto cannoni Tipo 99 da 20 mm: due cannoni montati nella coda, due nel muso, due torrette a doppio cannone poste nella parte anteriore e posteriore della parte superiore della fusoliera e almeno una torretta sul ventre. Quale normale carico offensivo, il bombardiere avrebbe dovuto trasportare fino a 20.000 kg di bombe, ma nel caso di missioni anti-nave, si potevano trasportare siluri. Per gli attacchi agli Stati Uniti, il velivolo avrebbe potuto trasportare fino a 5.000 kg di bombe.

Con il proseguimento dei lavori sul Progetto Z, furono anche fatti piani per assemblare e ospitare la linea di produzione del bombardiere. Nell'autunno del 1943 questi piani erano stati completati ed era iniziata la costruzione della nuova struttura. Nel gennaio 1944, il soprannome di Project Z fu abbandonato e cambiato in Fugaku che significa "Monte Fuji".

Purtroppo il succedersi delle sconfitte giapponesi nel Pacifico portarono ad una riduzione del lavoro sul Fugaku. Ad aggravare il problema, quando il progetto era vicino al suo completamento, il Giappone era oramai sulla difensiva del territorio metropolitano e le possibilità di produrre il Fugaku, per non parlare di usarlo per attaccare l'America, erano quasi nulle. Le probabilità che il Fugaku fosse costruito e quindi abbandonasse lo stato di progetto diminuivano a dismisura con le sconfitte delle forze giapponesi. Persino il Gunjushō (il Ministero delle Munizioni) riteneva che il Fugaku fosse impossibile da realizzare e ordinò a Kawanishi di progettare un nuovo bombardiere a lungo raggio. Sfortunatamente, il Gunjushō non informò Esercito e Marina, la Nakajima e il costruttore Kawanishi, che sviluppò il suo progetto noto come TB.

Tuttavia, fu la caduta di Saipan nel 1944 a segnare il destino del Fugaku. Le forze aeree giapponesi non avevano più necessità di un bombardiere a lungo raggio e ma richiedevano aerei più adeguati a proteggere la madrepatria. In quanto tale, tutti i lavori sul Fugaku furono interrotti e i piani, i calcoli e le bozze furono accantonati.

I lavori nell'impianto di produzione vennero interrotti prima del completamento e lasciati incompiuti. Con la resa giapponese, tutta la documentazione per il Fugaku fu distrutta per evitare che le informazioni venissero consegnate agli Alleati. Dopo la guerra fu affermato che la base aerea di Misawa sarebbe stata utilizzata dai bombardieri Fugaku per lanciare incursioni contro gli Stati Uniti.

Il bombardamento non era l'unica missione prevista per i Fugaku e durante il tavolo di confronto del Progetto Z emersero altri tre concetti che in seguito hanno fatto parte della tesi di Chikuhei: il primo era un progetto di attacco che aveva 400 mitragliatrici Type 97 da 7,7 mm stipate nell'aereo. La parte anteriore e quella posteriore del bombardiere avrebbero ospitato 40 mitragliatrici disposte su dieci file. L'intenzione era di far piovere migliaia di proiettili sulle navi nemiche con la teoria che un'area di distruzione larga 45 m e lunga 10 km potesse essere raggiunta da 15 aerei Fugaku. Una volta che i ponti di queste navi fossero stati spazzati via dal personale, nove bombardieri Fugaku, ciascuno con venti bombe o siluri da 907 kg, avrebbero sferrato il colpo di grazia, coprendo un’area larga 200 m e 1 km in lunghezza con alto esplosivo.

Un'altra versione aveva il Fugaku caricato con 96 cannoni Type 99 da 20 mm. La parte anteriore e posteriore dell'aereo conterrebbero 12 cannoni disposti su otto file mentre altri 36 cannoni sarebbero stati montati su ciascun lato dell'aereo. Questa particolare variante doveva prendere di mira bombardieri nemici in missioni di volo contro il Giappone e avrebbe utilizzato basi nascoste non toccate dalla campagna di bombardamenti degli aeroporti giapponesi. Sorvolando la formazione di bombardieri nemici e scatenando una raffica di cannonate, si ipotizzava che dieci Fugaku equipaggiati con i cannoni potessero abbattere 100 bombardieri, l'area coperta dai cannoni di un aereo era di 2,5 m per 3 km di lunghezza. Un sistema di stazioni radar a terra avviserebbe in anticipo la forza di bombardieri nemici in arrivo, concedendo ai Fugaku il tempo di intercettare e distruggere i bombardieri prima che raggiungessero il Giappone.

Tutto ciò era molto impressionante sulla carta, ma se fosse stato messo in pratica i risultati sarebbero stati probabilmente tutt'altro che stellari, soprattutto se si considera il fallimento del caccia di scorta pesante Mitsubishi G6M1 (un G4M convertito in cannoniera per fornire copertura alle formazioni di bombardieri). Infine, il Fugaku era considerato un mezzo di trasporto che avrebbe fornito una notevole capacità di sollevamento di carichi pesanti. È stato stimato che un trasporto Fugaku sarebbe in grado di trasportare 300 soldati con equipaggiamento completo, circa uguale a una compagnia di fucili di fanteria con un plotone di armi pesanti. Chikuhei immaginò un grande schema di un raid contro l'America in cui quattrocento trasporti avrebbero depositato 120.000 uomini sul suolo statunitense per conquistare l'aeroporto di Seattle-Tacoma situato a Washington.

Non ci sono prove che suggeriscano che questi concetti abbiano avuto avanzamenti nella progettualità. Tuttavia, se una qualsiasi delle tre idee fosse stata supportata, il trasporto avrebbe dovuto essere in cima alla lista data la necessità negli ultimi periodi della guerra di aerei in grado di portare materie prime in Giappone per alimentare l'industria bellica che era povera delle stesse. Sebbene le denominazioni G10N e G10N1 siano state utilizzate nella stampa per questo velivolo per molti anni, non c'è alcuna conferma nelle fonti storiche che confermino tale numerazione

 

 

Specifiche (Progetto Z/Fugaku)

 

Caratteristiche generali

 

Equipaggio: da 6 a 10/da 7 a 8

Lunghezza: 44,98 m/39,98 m

Apertura alare: 64,98 m/62,97 m

Altezza: 8,77 m

Area dell'ala: 352,01 m2/330 m2

Peso a vuoto: 65.000 kg/33.800 kg

Peso lordo: 122.000 kg/42.000 kg

Peso massimo al decollo: 160.000 kg/70.000 kg

Motori: 6 × Nakajima Ha-54 36 cilindri motori a pistoni radiali raffreddati ad aria, 5.000 CV ciascuno al decollo/6 x Nakajima NK11A 18-cilindri motori a pistoni radiali raffreddati ad aria che sviluppano 2.500 CV al decollo

Eliche: eliche a 6 pale controrotanti a velocità costante, diametro 4,5 m/eliche a 4 pale a velocità costante con un diametro di 4,8 m

 

Prestazioni

 

Velocità massima: 679 km/h a 10.000 m/779 km a 10.000 m

Autonomia: 17.999 km/19.400 km

Quota massima operativa: 15.000 m

 

 

Bibliografia

https://www.sas1946.com/main/index.php?topic=37682.0

https://weaponsandwarfare.com/2020/06/09/nakajima-g10n-strategic-heavy-bomber/

https://tvd.im/aviation/1507-nakajima-g10n-fugaku-mount-fuji.html