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Le armi segrete sviluppate dal Giappone includevano alcune delle più fantasiose armi mai viste durante il secondo conflitto mondiale. Dopo il primo bombardamento del territorio metropolitano giapponese, avvenuto nel 1941 per opera dei B25 del col. Doolittle decollati dalla portaerei Hornet, i tecnici dei laboratori di ricerca giapponesi fecero rivivere un’idea sviluppata nel 1933 per colpire il territorio americano con palloni aerostatici ad idrogeno che trasportavano piccole bombe incendiarie: i Fu-Go. Il piano era di lanciarli nella corrente a getto (in inglese jet stream) d'alta quota - che i giapponesi avevano appena scoperto - in modo che le armi fossero trasportate attraverso il Pacifico fino al Nord America. Verso la fine del 1943 e nella prima parte di febbraio 1944, i giapponesi lanciarono palloni dotati di radio in modo da tracciare il percorso della corrente d’aria in quota mediante un continuo monitoraggio. Due stazioni, allestite a Hokkaido e nella prefettura di Chiba, poterono seguire i palloni solo durante la prima parte del loro volo, ma una volta sopra l'Oceano Pacifico i contatti andarono perduti. I giapponesi erano consapevoli del fatto che le velocità del vento da ovest a est erano massime da novembre a marzo, raggiungendo i 298 km/h. Inoltre, la carenza di dati meteorologici sull'andamento del tempo sull'oceano e in alta quota, limitava la capacità di pianificare le traiettorie per i palloni, il cui volo teoricamente doveva durare circa 60 ore. I palloncini erano fatti di carta e venivano assemblati da giovani donne, per lo più studentesse di recitazione delle scuole vicine ai laboratori di fabbricazione. La carta washi per i palloncini era composta da grandi fogli incollati insieme con il gel "lingua del diavolo" ottenuto facendo bollire le radici dei gigli di arum. Fu necessario progettare un dispositivo complicato per stabilizzare l'altitudine dei palloncini: il calore del sole faceva espandere l'idrogeno all'interno del pallone, causando la rottura dell’involucro, quindi venne creata una valvola di sfogo che avrebbe funzionato ad alta pressione. Se il pallone si fosse abbassato troppo di quota, un paio di tappi esplosivi sarebbero esplosi, consentendo a due sacchi di sabbia di svuotarsi e alleggerire quindi il pallone. Su una ruota erano montate quattro bombe incendiarie. Sospesa al mozzo c'era una sottile bomba ad alto potenziale esplosivo. Tutte le bombe sarebbero state rilasciate prima che un altro ordigno incendiario facesse esplodere il tutto, rendendo più difficile per il nemico capire la struttura della nuova arma. In pratica, però, i palloni spesso non funzionarono secondo il progetto. Il via libera alla produzione in serie fece sì che vennero predisposti circa 10.000 palloni in preparazione dei venti invernali del 1944 e del 1945. Infine, nel giorno di buon auspicio del 3 novembre 1944, scelto per essere il compleanno dell'ex imperatore Meiji, fu lanciato il primo dei palloni. Il lancio si rivelò difficoltoso in quanto, per una buona riuscita, potevano essere lanciati solo in determinate condizioni di vento. Nei mesi da novembre a marzo erano previsti solo 50 giorni favorevoli e si previse di lanciare un massimo di 200 palloni dai tre siti di lancio al giorno. A partire da tale data, il Reggimento Speciale Palloni, istituito in seno dell'Esercito imperiale giapponese, iniziò un flusso continuo di rilascio di questi palloni dalla prefettura di Ibaraki, sul lato occidentale di Honshu. Prima del lancio, il meccanismo di rilascio del sacco di sabbia veniva impostato in base alla velocità del vento stimata per garantire che il pallone fosse sopra gli Stati Uniti prima di rilasciare il suo carico utile. L'involucro del gas veniva solo parzialmente per consentire l'espansione dell'idrogeno a un'altitudine di 4.877 m. In una buona giornata gli equipaggi potevano lanciare fino a 200 palloni. Due giorni dopo il lancio iniziale, una pattuglia della Marina americana al largo delle coste della California individuò dei panni a brandelli in mare. Al momento del recupero, vennero subito notati i simboli giapponesi e venne allertato l'FBI. Fu solo due settimane dopo, quando furono trovati altri detriti marini dei palloni, che i militari si resero conto della sua importanza. Entro la fine di dicembre 1944, i palloni erano stati scoperti dall'Alaska al Montana e nel Wyoming, dove uno esplose il 6 dicembre. Palloni, frammenti dei palloni e detriti metallici furono rilevati dallo Yukon e dai Territori del Nordovest al sud della California. La reazione iniziale americana fu di immediata preoccupazione. Poco si sapeva dello scopo di questi palloni e si temette trasportassero armi biologiche. Si sospettò addirittura che i palloni fossero stati lanciati da sommergibili al largo delle coste americane o dai vicini campi di internamento dei giapponesi o dai campi di prigionia tedeschi. Nel dicembre 1944, il lavoro dell’intelligence militare iniziò a valutare l'arma raccogliendo le varie prove dai materiali raccolti. I geologi americani avevano anche analizzato la sabbia nei sacchi di zavorra dei palloncini giapponesi. I fossili e le diatomee che vennero scoperte avevano origine in un'unica spiaggia a nord di Tokyo. Gli aerei americani fotografarono la zona e gli ufficiali dell'intelligence localizzarono gli impianti di idrogeno che producevano il gas per i palloni. Questi furono eliminati da missioni di bombardamento. Si comprese anche che il danno principale delle bombe incendiarie trasportate poteva essere rivolto alle foreste dell’entroterra della costa occidentale, durante l'inverno particolarmente secche e quindi vulnerabili da incendi boschivi che potevano diventare molto distruttivi e diffondersi facilmente. Venne mantenuto il silenzio per non indurre il panico tra gli americani, e ciò contribuì a impedire all’arma giapponese di ottenere l’effetto psicologico auspicato; il 4 gennaio 1945, l'Office of Censorship chiese che i redattori di giornali e le trasmissioni radiofoniche non discutessero dei palloncini. Il 17 febbraio 1945, i giapponesi usarono l'agenzia di stampa Domei per trasmettere direttamente in America in inglese e affermarono che i palloni incendiari avevano causato un gran numero di vittime; la propaganda mirava in gran parte a mettere in scena il successo dell'operazione Fu-Go e avvertiva gli Stati Uniti che i palloncini erano solo un "preludio a qualcosa di grande". Tuttavia il governo americano continuò a mantenere il silenzio fino al 5 maggio 1945. In quella data a Bly, nell'Oregon, durante un picnic domenicale un gruppo di ragazzi si avvicinò ai resti di un pallone. Il reverendo Archie Mitchell stava per urlare un avvertimento quando avvenne un’esplosione. Sherman Shoemaker, Edward Engen, Jay Gifford, Joan Patzke e Dick Patzke, tutti tra gli 11 e i 14 anni, furono uccisi, insieme alla moglie del reverendo Mitchell, Elsie, che era incinta di cinque mesi. Furono gli unici americani ad essere uccisi da un’azione nemica durante la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti continentali. L’incidente indusse i militari a rompere il silenzio e iniziare a emettere avvertimenti di non manomettere tali dispositivi laddove rinvenuti; venne dichiarato che i palloni non rappresentavano gravi minacce, ma dovevano essere tempestivamente segnalati alle autorità. Il probabile maggior danno accadde il 10 marzo 1945, quando uno dei palloni colpì un filo ad alta tensione sulla Bonneville Power Administration a Washington. L’esplosione delle bombe trasportate causò l'interruzione dell'alimentazione. Per coincidenza, il più grande consumatore di energia su quella rete elettrica era il sito di Hanford del Progetto Manhattan, che restò improvvisamente senza energia. L'interruzione di corrente che ne derivò causò l'arresto momentaneo delle pompe dell'acqua di raffreddamento del reattore, fino a quando non entrò in funzione il primo dei due sistemi di riserva. Ci vollero tre giorni per ristabilire la situazione all’interno dell’impianto che lavorava al combustibile atomico. Gli avvistamenti continuarono, ma ci fu un forte calo del numero di avvistamenti fino alla loro completa cessazione nel maggio 1945. Dei probabili 9.000 palloni lanciati, si stima che circa 1.000 di queste armi segrete raggiunsero il Nord America e un quarto di esse causò danni, per lo più piccoli incendi boschivi. Non si ebbero ulteriori vittime. Sebbene i palloncini non fossero un'arma efficace, erano un prodotto dell'innovazione scientifica in tempo di guerra. Quando i primi palloni arrivarono in America, tecnicamente divennero la prima arma balistica intercontinentale al mondo.
https://www.atomicheritage.org/history/japanese-balloon-bombs-fu-go https://weaponsandwarfare.com/2016/09/28/fu-go-balloon-bombs/ https://nosleinad6.wordpress.com/2015/01/25/fu-go-or-how-geologists-fought-off-the-japanese-attack-on-north-america-although-the-threat-remains/ https://www.nationalgeographic.com/science/article/130527-map-video-balloon-bomb-wwii-japanese-air-current-jet-stream |