Cassala
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Subito dopo l’inizio delle ostilità, l'Alto Comando italiano decideva di intraprendere nell’Africa Orientale Italiana, azioni offensive a carattere limitato con l'impiego delle forze disponibili nei singoli scacchieri, che permettessero di conseguire qualche successo. Veniva così disposta l'effettuazione di alcune operazioni di frontiera, previste per la prima quindicina di luglio, a Cassala, Gallabat, Kurmuk, Ghezan e Moyale. Tra quelle previste, l'operazione offensiva su Cassala, era quella di maggiore rilievo: come precisava lo stesso Comando Superiore FF.AA. dell'A.O.I., i vantaggi portati dell’operazione consistevano nella chiusura del principale accesso all'Eritrea; dal possesso di un nodo stradale indispensabile per eventuali azioni offensive a più largo raggio ed anche nel tenere alto il morale tra le truppe e il nostro prestigio fra le popolazioni.

Il successivo 1 luglio 1940 il Comando Supremo autorizzava l'operazione, la cui esecuzione veniva fissata per il 4 luglio a cura del Comando truppe Eritrea (gen. Vincenzo Tessitore). Cassala distava dal confine eritreo una trentina di chilometri; il terreno intermedio era facile; la stretta di Mocràm che difende direttamente la città era facilmente aggirabile.

Le forze avversarie a difesa diretta di Cassala erano stimate in circa 300-350 uomini con cannoni anticarro, mitragliatrici ed alcuni carri armati leggeri. Non si poteva escludere l'intervento di altre forze inglesi segnalate nelle località vicine per circa complessivi 3.000 uomini. Il Comando Superiore FF.AA. dell'A.O.I. decise quindi di impiegare nell'operazione: 4.800 coloniali, 1.500 cavalieri, 2 gruppi di artiglieria someggiata, 12 carri medi e 12 leggeri, forze che vennero articolate su tre colonne e una riserva.

Le truppe italiane alle ore 0900 del 4 luglio giungevano, senza incontrare resistenza, sull'allineamento M. di Cassala – Catrnia - M. Mocràm. L'attacco della posizione, per l'attardarsi della colonna centrale a causa di difficoltà del terreno, veniva sferrato dalle due colonne laterali. La colonna di destra impegnava frontalmente con l'avanguardia appiedata la stretta di Mocràm, che forzò poi al galoppo con tre gruppi di cavalleria, mentre con un quarto gruppo l'aggirava da nord. In questo episodio il nemico lasciava dei morti sul terreno e venivano catturati alcuni prigionieri. La colonna di sinistra, intanto, superata la montagna, progrediva lungo la ferrovia ed avanzava verso la città; un contrattacco di mezzi armati ed autoblindo veniva fermato dalle nostre truppe e, poi, disperso dall'aviazione.

L'occupazione di Cassala si completava nella giornata e veniva costituita una testa di ponte sul fiume Gasc, includente Cassala ed appoggiata con l'ala sinistra a M. Cassala e con l'ala destra a M. Mocràm. Nell’operazione si contarono lievi perdite: 2 ufficiali morti e 4 feriti; 41 ascari morti e 110 feriti.

L'operazione, negli intendimenti del Comando italiano, avrebbe dovuto essere integrata immediatamente da una espansione dell'area controllata attorno a Cassala; ma, il giorno seguente, un succedersi di grandi piogge resero difficoltosi i movimenti e impedirono la prosecuzione di qualsiasi operazione in questo settore. Solo dopo due mesi di stasi assoluta, nei primi giorni del settembre, poterono essere eseguite alcune ricognizioni offensive: a nord verso Tegalhus, ed a sud, verso Malawiya, volte a garantire i fianchi della nostra posizione.

 

Filmato su Youtube dell'Istituto Luce sulla presa di Cassala

 

Furono concesse 10 medaglie di bronzo al valor militare oltre a numerose croci al merito:

Ali Mussa di Mussa Aussien e di Zenzen Abrain, da Uailù (Lago Haik) ascari 3a banda P.A.I. n. 2017. - Spintosi nelle immediate vicinanze del nemico e rimaste seriamente ferito non si allontanava dal posto fino al termine dell'azione, dando bella prova di fedeltà e di spirito di sacrificio. - Cassala. 4 luglio 1940-XVIII

Arragao Muiè di Muiè e di Tuabec Lemma da Collagrado (Dessië), ascari 9 gruppo squadroni cavalleria coloniale numero 32111. -- Dando prova di coraggio e calma serena sotto il fuoco nemico, si lanciava in avanti con grande ardimento. Ferito, rimaneva al suo posto continuando a combattere ed a incitare i compagni. – Cassala. 4 luglio 1940-XVIII

Asfau Igsau fu Igsau e di Busunesc, da Sediè Muggià, ascari 5 gruppo squadroni cavalleria coloniale n. 017218-A. - Alfiere di squadrone, benché ferito ad un ginocchio, conteneva con stoica fermezza il dolore mantenendosi in sella. Rifiutava ogni soccorso fino a che non riusciva, sotto l'intensa reazione nemica. a piantare nella piazza principale del paese il gagliardetto dello squadrone, primo simbolo di conquista. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.

Bahatà Garzà fu Garzà e di Amlescet Uoldegrabriel da Sadà Chistan (Asmara), buluc basci 5 gruppo squadroni cavalleria coloniale n. 011892-A. - Alla testa di pochi coloniali attraversava un fiume e con azione di ammirevole ardimento obbligava, a colpi di bombe a mano e di moschetto, un autocarro nemico armato che tentava di aggirare sulla destra l'ala sinistra dello squadrone comando, ad allontanarsi. Rimasto ferito da pallottola nemica un suo coloniale, se lo caricava sulle spalle riattraversando il fiume e rientrando nella linea. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.

Hassen Roblè di Roblè e di Fatina Hassen da Oduenziè (Giggica), ascari 5 banda P.A.I. n. 2014. - Con cosciente ardimento e sprezzo del pericolo si spingeva nelle immediate vicinanze del nemico fino a quando veniva seriamente ferito. Medicato sommariamente rimaneva al suo posto fino al termine dell'azione, dando bell'esempio di spirito di sacrificio e di fedeltà. - Cassala, 4 luglio 1910-XVIII.

Petros Gheremedin di Gheremedin Cassai e di Merelà Moldegheorghis da Moscitù (Adi Caleh), buluc basci 3 gruppo squadroni cavalleria coloniale n. 032108-H. - Porta stendardo, durante tutto il combattimento dava prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Ferito rimaneva al suo posto continuando ad incitare i propri compagni all'attacco sino a che, esausto, era costretto a consegnare ad altro graduato lo stendardo. - Cassala, 4 luglio 1910-XVIII.

Scifferrà Uoliè di Uoliè e dl Iscinnà Iman, da Gorarva (Dessiè), ascari 3 banda P.A.I. n. 2018. - Si spingeva dove più violento si svolgeva il combattimento. Rimasto seriamente ferito e sommariamente medicato con si allontanava dal posto fino al termine dell'azione. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.

Sciucrù Retta di Retta e di Bainese Mussà da Bultumó (Dessiè), ascari 3 banda P.A.I. n. 2016. -- Si spingeva dove più violento su svolgeva il combattimento. Rimasto seriamente ferito o sommariamente medicato non si allontanava dal posto fino al termine dell'azione. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.

Tzegai Andù di Andù, da Gusc Lamacelli (Gheren), muntaz XV gruppo squadroni cavalleria coloniale n. 7/046. – Durante un combattimento, benché ferito rifiutava ogni soccorso per non lasciare il comando della propria squadra. Incuorando i suoi ascari con la voce e l'esempio sotto violento fuoco nemico, riusciva a condurli vicino ad una mitragliatrice avversaria che, efficacemente controbattuta era costretta a ritirarsi, contribuendo in tal modo a portare a termine vittoriosamente il combattimento. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.

Ussien Idris di Idris e di Nurit Albescia, da Cioccolec (Lago Haik), ascari 3 banda P.A.I. n. 2015. - Spintosi dove più violenta era la reazione nemica e rimasto gravemente ferito, rifiutava ogni soccorso fino al termine dell'azione, dando bella prova di fedeltà e di spirito di sacrificio. - Cassala, 4 luglio 1940-XVIII.