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In vista dell'inizio dell'operazione "Seelöwe" l'Alto Comando tedesco promosse la messa a punto di carri armati capaci di procedere completamente immersi nell'acqua per periodi prolungati. In base alla specifica, i "Tauchpanzer" dovevano essere posti in condizione di coprire distanze superiori ai 4 chilometri, restando completamente immersi in acqua salata fino ad una profondità di 5/8 metri; la velocità dei carri in immersione avrebbe dovuto raggiungere i 4/6 Km/h. Essenziale era la possibilità di ripristinare le condizioni operative nel più breve tempo possibile, dopo l'emersione, salvo restando, ovviamente, caratteristiche e prestazioni identiche quelle dei carri standard. Il programma "Tauchpanzer" si articolò in tre parti, relative ai tre diversi carri che avrebbero dovuto equipaggiare i Sonder-Panzerabteilungen costituiti in vista dell'inizio di Seelöwe: 160 Panzer III Ausf F/G/H, 8 Panzerbefehlswagen III Ausf E insieme a 42 Panzer IV Ausf D subirono la trasformazione in "tauchfahig", la cui realizzazione, sotto la supervisione dello HWA, fu affidata rispettivamente alla MAN, alla Daimler-Benz ed alla Friedrich Krupp AG. Lo HWA e le società responsabili della messa a punto dei carri-anfibi realizzarono attraverso una stretta cooperazione un kit di trasformazione sostanzialmente identico per i tre modelli al fine di garantire uniformità di prestazioni standardizzazione dei materiali: tali kit comprendevano paratie metalliche a tenuta stagna, guarnizioni in gomma per tutti i componenti ed uno speciale apparato destinato ad assicurare il regolare afflusso dell'aria al compartimento di combattimento ed al motore. Le caratteristiche rimanevano sostanzialmente identiche a quelle del carro da battaglia standard e se ne distingueva, esternamente, soltanto per l'attrezzatura speciale destinata a consentire il funzionamento durante la permanenza in acqua. Le prese d'aria del motore furono chiuse mediante paratie a tenuta stagna, che consentivano di ripristinare le condizioni ottimali di funzionamento appena raggiunta la terraferma. Venne prevista la parziale sostituzione del flusso d'aria generato dalle grandi ventole destinate a raffreddare il liquido di raffreddamento del motore con una limitata circolazione d'acqua salata intorno a talune parti del motore stesso. I tubi di scappamento furono provvisti di valvole, per evitare infiltrazioni d'acqua, e tutte le guarnizioni furono sostituite con fasce di gomma a perfetta tenuta. Per consentire il regolare afflusso dell'aria necessaria all'equipaggio ed al motore venne prevista l'installazione sulla capotatura del motore di un condotto flessibile in gomma del diametro di 200 mm e della lunghezza di 8 metri, al quale era fissata una boa di forma idrodinamica che assicurava il mantenimento dell'estremità del tubo fuori dell'acqua. Essendo prevista dalla specifica dello HWA una profondità operativa di 5 metri almeno, il condotto garantiva un margine di sicurezza piuttosto ristretto, tenuto naturalmente conto della necessita di lasciare al condotto un certo margine di fluttuazione. Sulla boa venne installata un'antenna a stilo ausiliaria per consentire l'utilizzazione durante l'immersione della Fu2 per collegamenti con l'osservatore esterno che avrebbe dovuto provvedere a guidare il carro verso l'obiettivo.
Il condotto per l'aria era fissato mediante un supporto metallico a forma di imbuto fissato al portello d'ispezione di sinistra. In posizione di riposo, era mantenuto fermo da sostegni metallici fissati sui parafanghi e da tiranti elastici. La perfetta tenuta della Walzelblende e della Kugelblende 30 era assicurata da teli gommati fissati a supporti metallici che le circondavano completamente. Una protezione in gomma con feritoia copriva la Fahrersehklappe 30, mentre altre feritoie erano previste per i visori frontali della torre ed il KZF 2. La missione-tipo per Tauchpanzer impegnati in operazioni anfibie prevedeva il trasporto via mare, mediante pontoni dotati di gru da 25 tonnellate, fino ad una distanza di 2.000 metri dall'obiettivo. Il pontone provvedeva ad ammainare il carro-sommergibile, già predisposto per l'impiego subacqueo, su di un fondale massimo di 5 metri; svincolato dalla gru, il carro si muoveva autonomamente in direzione della riva, sotto la guida di un osservatore che comunicava con l'equipaggio mediante la rice-trasmittente. Raggiunta la riva con i propri mezzi, il Tauchpanzer veniva reso interamente operativo dai membri dell'equipaggio, che provvedevano a togliere le guarnizioni di gomma dei portelli, dei visori e dell'armamento, a smontare il condotto dell'aria e ad aprire le paratie stagne. L'intera operazione richiedeva un tempo assai limitato e consentiva l'entrata in azione quasi contemporaneamente alle truppe anfibie. Non si può non tener conto dello stato d'animo dell'equipaggio, costretto a rimanere per un periodo piuttosto lungo chiuso in una trappola dalla quale, in caso di avaria, non esisteva possibilità di fuga. Il non aver previsto la possibilità di procedere all'allagamento del carro durante lo spostamento in immersione, al fine di consentire l'apertura dei portelli e l'abbandono del mezzo, costituì un gravissimo errore e determinò il fallimento dell'intero programma: il Tauchpanzer fu accolto con estremo sfavore dagli equipaggi dei Sonder-Panzerabteilungen, interamente costituiti, si badi bene, da volontari sceltissimi, per l'assoluta impossibilità di abbandonare il carro in caso di necessità, più che per l'impiego non convenzionale previsto e per i limiti di carattere tecnico propri della macchina.
La vita operativa dei Tauchpanzer inizio nella tarda estate del 1940, quando, in vista dell'inizio dell'invasione dell'Inghilterra a Putbus, nell'isola di Rugen, nel Mar Baltico, vennero costituiti con elementi volontari tre Sonder-Panzerabteilung, denominati "A", "B" e "C", che procedettero a prove dei mezzi in vista dell'impiego operativo e ad un intenso programma addestrativo. L'abbandono dell'operazione "Seelöwe" ebbe, fra le altre conseguenze, lo scioglimento dei tre battaglioni speciali di carri-sommergibili. Quadri e mezzi furono assegnati al 18 Panzerregiment della neo-costituita 18 Panzerdivision, in addestramento in Germania in vista dell'inizio dell'operazione "Barbarossa". Il 18 Panzerregiment venne costituito il 06 dicembre 1940. Aveva due Panzer-Abteilungen, A (I. Abteilung) e B (II. Abteilung). Più tardi il 01 marzo 1941 ottenne il suo III. Abteilung dal II. Abteilung appartenente al disciolto 28 Panzerregiment. Panzer-Abteilung A (I./PR 18): costituito il 26 luglio 1940. Il suo Comandante fu il maggiore Manfred Graf Strachwitz von Groß-Zauche und Kaminetz con aiutante di campo l'Oberleutnant Ewald von Stünzner . Il 01 dicembre 1940 divenne I. Abteilung PzRgt 18 Panzer-Abteilung B (II./PR 18): costituito il 26 luglio 1940. Il 01 dicembre 1940 divenne II. Abteilung PzRgt 18. Numerosi esemplari entrarono in linea sul fronte orientale inquadrati nel 35 Panzerregiment della 4. Panzerdivision: l'esatta consistenza numerica di tale fornitura non è nota, ma é certo che almeno, la seconda compagnia venne equipaggiata con questi carri. Della dotazione speciale originale, gli esemplari del 35 Panzerregiment conservarono solamente le guarnizioni in gomma, le paratie metalliche per la chiusura delle prese d'aria ed i supporti metallici per i rivestimenti di protezione montati intorno alla scudatura della torre ed alla Kugelblende 30. Dopo l'assegnazione al Panzerregiment 18, i carri-sommergibili furono privati del condotto flessibile e ricevettero un tubo metallico rigido del diametro di 150 mm. circa, diviso in due sezioni e lungo circa 250 m. Questa modifica venne decisa per mettere i carri in condizione di attraversare corsi d'acqua della profondità massima di tre metri, in vista del superamento dei grandi fiumi durante l'avanzata in territorio sovietico. All'inizio della campagna russa, il 18 Panzerregiment era composto da 6 carri Pz I, 50 carri Pz II, 99 carri Pz III con KwK 3,7cm, 15 carri Pz III con KwK 5 cm, 36 carri Pz IV e 12 Befehlspanzer carri comando. A Pratulin, dove la 18 Panzerdivision doveva attraversare il Bug, non c'era nessun ponte. Alle 0315 del 22 giugno 1941 50 batterie di tutti i calibri aprirono il fuoco sull'altra riva del fiume al fine di aprire la strada alle truppe d'assalto. Alle 0415 ore, i distaccamenti d'assalto saltarono nei loro gommoni e nelle barche d'assalto, e rapidamente si avviarono verso l'altro lato del fiume. I fanti e i motociclisti con loro i cannoni leggeri anti-carro e le mitragliatrici pesanti erano in attesa. Le sentinelle russe al di là del fiume aprirono il fuoco con fucili automatici e mitragliatrici leggere. Vennero messe rapidamente a tacere. Quindi iniziarono ad essere traghettate sull'altra riva del fiume. nella testa di ponte tutte le unità possibili. Intanto i genieri si misero la lavoro per costruire un ponte di barche. Ma cosa succederebbe se i russi avessero attaccato la testa di ponte con forze corazzate? Come avrebbero potuto opporsi i tedeschi? I carri armati e le attrezzature pesanti avrebbero potuto passare il fiume soltanto con grandi difficoltà in chiatte o sopra ponticelli di emergenza. Il generale Walter Nehring, comandante della divisione, ha descritto questo come "uno spettacolo magnifico, ma piuttosto inutile dal momento che i russi erano stati abbastanza intelligenti da ritirare le loro truppe dalla zona di frontiera, lasciando dietro di sé solo deboli distaccamenti di frontiera, che in seguito hanno combattuto molto coraggiosamente". Alle ore 0445 il sergente Wierschin fece avanzare nel Bug il carro sommergibile n° 1. I fanti lo guardavano con stupore. L'acqua si richiuse sopra il carro. "Giochiamo agli U-Boot!" Soltanto il sottile tubo d'acciaio che forniva l'aria fresca agli equipaggi ed al motore usciva dalla superficie del fiume, indicava i progressi di Wierschin sotto acqua. C'erano anche le bolle di scarico, ma queste venivano rapidamente cancellate dalla corrente. Carro dopo carro , l'intero di primo battaglione del 18 Panzerregiment, sotto il comandante del battaglione Manfred Graf Strachwitz, si era tuffato nel fiume.
Ed ora i primi carri uscivano dall'acqua lungo la riva opposta come misteriosi anfibi. Le guarnizioni e i tappi di gomma vennero rapidamente rimossi dal cannone e del frontale del carro. Gli equipaggi rimossero altrettanto velocemente i tubi gonfiabili interni e quelli intorno alle torrette. I portelli della torretta svennero spalancati e i comandanti iniziarono ad organizzarsi. Un braccio in aria tre volte: il segnale "carri armati in avanti." 80 carri armati avevano attraversato il fiume Bug, frontiera con la Russia, sotto l'acqua. 80 carri armati si muovevano in azione. La loro presenza è stata più che benvenuta nella testa di ponte. Le autoblindo nemiche si stavano avvicinando. Allo stesso tempo è venuto l'ordine di tiro per i carri armati: "torretta - ore 0100 - proiettili perforanti - 800 metri - autoblinde nemiche - fuoco a volontà" I Tauchpanzer continuarono ad operare come carri normali e non vi è notizia del loro ulteriore utilizzo per l'attraversamento di fiumi in immersione. Parteciparono ai combattimenti contro l'esercito russo fino all'autunno del 1941, quando furono radiati e sostituiti con carri armati standard. La 18 Panzerdivision proseguì la campagna di Russia oltrepassando poi velocemente la Beresina e il Dnepr giungendo fino a Smolensk, dove a luglio combatté. Ad agosto arrivò un periodo di riposo di circa un mese, prima riprendere le operazioni intorno a Smolensk. Venne infine impiegata nella battaglia intorno a Mosca. L'impiego previsto per i Tauchpanzer differiva in modo sostanziale dalla teoria, elaborata dagli Alleati, sull'utilizzazione di "Duplex-Drive Tanks" nel quadro di operazioni anfibie; pur esposto al fuoco difensivo del nemico ed assai vulnerabile, il "DD" operava in modo convenzionale, durante l'avvicinamento alla costa, contrariamente a quanto si verificava nel caso del Tauchpanzer.
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