Ramree Island
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La battaglia dell’isola di Ramree rientra all’interno dell'offensiva del XV Corpo Indiano effettuata nell’ambito della campagna per la riconquista della Birmania. Soprannominata Operazione Matador, comprendeva anche la conquista della vicina isola di Cheduba; si svolse dal gennaio al febbraio 1945.

L’isola di Ramree (Yangbye Kywan) si trova al largo della costa birmana, 110 km a sud di Akyab (ora Sittwe) ed è lunga 80 km e larga 32 km, di natura pianeggiante pianeggiate; un sito ottimo per l’installazione di un aeroporto.

La cattura prima del previsto effettuata da parte della 26a divisione di fanteria indiana (Maggiore-Generale H. M. Chambers) di Akyab, rese disponibili tali forze per l’attacco a Ramree; infatti l'avanzata della 14a Armata (tenente generale William Slim) avrebbe presto perso la copertura aerea fornita dalle basi di Imphal e Agartala; la loro sostituzione con i siti di Chittagong, Akyab e Ramree era divenuta quindi urgente.

L’isola di Ramree era passata sotto il controllo dell'esercito imperiale giapponese all'inizio del 1942, insieme con il resto della Birmania meridionale. La guarnigione giapponese consisteva nel II Battaglione del 121° reggimento fanteria (colonnello Kanichi Nagazawa) che faceva parte della 54ª divisione, rinforzato con artiglieria e genieri in modo da agire come una forza indipendente.

La 26a divisione indiana ebbe l’ordine di attaccare Ramree il 14 gennaio 1945.

L'operazione Matador doveva iniziare con un assalto anfibio per catturare il porto strategico di Kyaukpyu all'estremità nord dell'isola di Ramree e il campo d'aviazione vicino al porto.

Una ricognizione effettuata il 14 gennaio 1945 scoprì che le forze giapponesi stavano predisponendo artiglierie in grotte che si affacciano sulle spiagge di sbarco.

La Royal Navy assegnò la corazzata HMS Queen Elizabeth, la portaerei di scorta HMS Ameer, l’incrociatore leggero HMS Phoebe, i cacciatorpedinieri Rapid, Napier, Norman e Pathfinder, con lo sloop Flamingo e la RIN Kistna, per fornire più potenza di fuoco a sostegno della Task Force.

Il 21 gennaio, un'ora prima dello sbarco della 71st brigata di fanteria indiana (Brigadiere R. C. Cotterell-Hill), la corazzata HMS Queen Elizabeth aprì il fuoco con 69 salve de suoi pezzi principali da15 pollici (380 mm) mentre gli aeroplani della Ameer dirigevano il tiro.

L’HMS Phoebe si unì anch’esso al bombardamento, insieme ai B-24 Liberator, B-25 Mitchell e P-47 Thunderbolts del 224° gruppo Royal Air Force (RAF), che mitragliavano e bombardavano le spiagge di sbarco.

Le truppe d'assalto sono state leggermente ritardate dall’esplosione su alcune mine di un mezzo da sbarco, ma gli sbarchi avvennero incontrastati sulle spiagge a ovest di Kyaukpyu alle 9:42 del mattino, garantendo il possesso della testa di ponte entro il pomeriggio.

Il giorno seguente, la 4a brigata di fanteria indiana (Brigadiere J. F. R. Forman) sbarcò e occupò Kyaukpyu e il 23 gennaio, la 71st brigata di fanteria avanzò verso sud, lungo la costa occidentale.

Due giorni dopo Mayin fu occupata e le truppe raggiunsero il Yanbauk Chaung il giorno seguente. Qui incontrarono la resistenza delle truppe del II Battaglione, 121° reggimento rinforzato giapponese e, al 31 gennaio, alla 71st brigata fu ordinato di spostarsi nell'entroterra, a nord-est verso Sane, poi dirigersi verso sud verso la cittadina di Ramree. La 4a brigata ebbe il compito di mantenere sotto pressione i difensori a Yanbauk Chaung e indurli alla ritirata.

Il 26 gennaio, nell'operazione Sankey, una forza di Royal Marines sbarcò sull'isola di Cheduba, circa 6,2 km dalla costa sud-occidentale dell'isola di Ramree e la trovò disabitata.

Su Ramree, continuava resistenza tenace della guarnigione giapponese, ma il 1° febbraio, la 71st brigata  raggiunse Sane e reparti della 36a brigata di fanteria indiana presero l’isola di Sagu Kuyun e rilevando i Marines sull'isola di Cheduba.

 

I britannici riuscirono ad aggirare il caposaldo giapponese, i 900 difensori si videro quindi costretti ad abbandonare la base ed marciare per unirsi al resto delle forze giapponesi sul continente. L'itinerario passava attraverso 16 chilometri di palude di mangrovia e mentre intraprendevano l’arduo cammino, i britannici circondavano l’intera zona.

Quello che ne seguì è il fatto che rende famosa la battaglia dell'isola di Ramree.

Intrappolati nel fango paludoso, i soldati divennero presto alla mercé dei morsi degli scorpioni, delle zanzare tropicali ma soprattutto vittime degli attacchi mortali dei molti coccodrilli marini che infestavano la palude.

Alcuni soldati britannici, tra cui il naturalista Bruce Stanley Wright, che partecipò alla battaglia, ha sostenuto che la grande popolazione di coccodrilli marini residenti nelle paludi di mangrovie di Ramree hanno assalito la forza giapponese intrappolata nelle paludi di notte e mangiato molti soldati.

 

Quella notte [del 19 febbraio 1945] era il più orribile che qualsiasi membro degli equipaggi M. L. [lance a motore] abbia mai sperimentato. I colpi di fucile sparsi nel buio delle paludi bucato dalle urla di uomini feriti schiacciati nelle fauci di enormi rettili, e il suono secco e preoccupante delle fauci dei coccodrilli creava un cacofonia di inferno che raramente è stato duplicata sulla terra. All'alba gli avvoltoi arrivarono per ripulire ciò che i coccodrilli avevano lasciato.....

 Se Wright fosse corretto, gli attacchi di coccodrillo dell'isola di Ramree furono i peggiori registrati nella storia.

             

Il 7 febbraio, la 71st brigata rinforzata da carri armati raggiunsero la città di Ramree e ivi trovarono una determinata resistenza giapponese. La 4a brigata aveva avanzato a Ledaung Chaung e intervenne anch’essa nella lotta e la città cadde il 9 febbraio.

La Marina e la 36a divisione poi si concentrarono su blocco degli chaungs (piccoli ruscelli) della costa orientale per impedire ai giapponesi di fuggire verso la terraferma.

Un raid aereo giapponese l'11 febbraio danneggiò gravemente un cacciatorpediniere e molte piccole imbarcazioni che erano state inviate dal continente per salvare i superstiti della guarnigione.

La resistenza giapponese sull'isola terminò il 17 febbraio e il blocco degli alleati fu mantenuto fino al 22 febbraio, affondando molte delle imbarcazioni di soccorso e infliggendo molte vittime alle truppe giapponesi che si nascondevano nelle paludi di mangrovie; in tutto solo circa 500 soldati giapponesi riuscirono a fuggire dall’isola. L'isola di Cheduba non fu presidiata e la XXII brigata dell'Africa orientale fu mandata a presidiare l’isola di Ramree.