Raid aerei su Gibilterra
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Sin dall’inizio delle ostilità Regia Marina e Regia Aeronautica si erano poste il problema di colpire le basi inglesi e tra queste anche la più lontana: Gibilterra.

Se la Regia Marina aveva i mezzi adatti (sommergibili trasportatori di SLC) la Regia Aeronautica non aveva ancora operativi i bombardieri a lungo raggio P.108.

Modificando opportunamente alcuni SM.82, il Reparto Sperimentale iniziò a bombardare Gibilterra.

Dal luglio 1940 all’aprile 1942 vennero effettuate 8 missioni, quasi sempre con un singolo velivolo.

L’entrata nella disponibilità tra le file delle Regia Aeronautica del bombardiere a lungo raggio Piaggio P.108 indusse il comando della Regia Aeronautica ad usufruire delle doti del velivolo per effettuare bombardamenti più pesanti sulla base di Gibilterra, già oggetto di attacchi da parte degli assaltatori della Decima MAS della Regia Marina.

Il 26 giugno 1942 almeno sette P.108 della 274a Squadriglia Bombardamento GR (Grande Raggio) lasciarono l'aerodromo di Pisa per l'aerodromo di Decimomannu in Sardegna.

Dalla Sardegna cinque P.108 decollarono alle 2100 del 28 giugno per effettuare il primo bombardamento notturno contro Gibilterra. Uno di loro fu costretto a rientrare in anticipo per problemi ai motori, mentre gli altri quattro raggiunsero l'obiettivo e sganciarono 66 bombe da 100 kg e 6 da 250 kg da un'altezza compresa tra 4.000 e 4.300 metri. Sebbene l’attacco sia stato effettuato singolarmente nell'arco di 35 minuti, nessun bombardiere venne colpito dal tiro antiaereo nemico.

La rotta di ritorno si rivelò un'avventura drammatica a causa di un imprevisto elevato consumo di carburante dovuto alle condizioni atmosferiche incontrate. Solo il P.108 pilotato dal T.Col. Castellani riuscì a rientrare a Decimomannu dopo oltre nove ore di volo. L'aereo del Cap. Balletta fu costretto ad atterrare a Palma de Maiorca e, per evitare l’internamento, riuscì a fare rifornimento ed a ripartire la mattina successiva. Il P.108 del Ten. Sassi fu invece costretto ad un atterraggio di fortuna alle 0530 ore sulla costa spagnola, vicino a Valencia, con l'aereo danneggiato irreparabilmente e l'equipaggio catturato. Stessa sorte per il P.108 pilotato da Ten. Sotgia, gravemente danneggiato mentre tentava di atterrare senza carburante all'aeroporto di Los Alcazares (vicino a Cartagena).

La missione fu ritentata la notte del 3 luglio con un solo P.108 pilotato dal Cap. Balletta, ma finì in tragedia: l'aereo probabilmente precipitò in mare per ragioni sconosciute poiché non si seppe più nulla, portando con sé il pilota e sette membri dell'equipaggio.

Seguì un periodo di riorganizzazione e formazione per la squadriglia e di studio sui problemi degli elevati consumi di carburante.

Nella notte del 24 settembre 1942 due P.108 pilotati dal Cap. Semprini e dal Cap. Grassi effettuarono una nuova missione di bombardamento contro Gibilterra.

La missione venne eseguita in modo impeccabile e senza contrattempi ed i due bombardieri tornarono incolumi a Decimomannu.

Una nuova azione venne dunque prevista per la notte del 20 ottobre: quattro Piaggio P.108 decollarono ma uno fu costretto a rientrare e fu distrutto nell'atterraggio. Gli altri tre bombardieri, invece, effettuarono la missione senza inconvenienti e tornarono a casa; la notte successiva la missione fu ripetuta da altri tre P.108, ma quello pilotato da Ten. Rossi fu costretto ad atterrare sulla costa algerina vicino a Bona, con la distruzione del velivolo. L'equipaggio riuscì a raggiungere l'aeroporto di Bona e fu poi portato a Tunisi.

Queste ulteriori perdite e il contemporaneo sbarco americano in Marocco ed Algeria fermarono le azioni di bombardamento e nei mesi successivi la 274a Squadriglia impiegò i suoi P.108 per voli di ricognizione a lungo raggio e per bombardamenti notturni contro l'area algerina occupata dalle truppe alleate. Gli aeroporti di Maison-Blache, Philippeville, Bona erano l'obiettivo così come i porti di Bona, Algeri, Bougie.

L’attacco al territorio nazionale con lo sbarco in Sicilia vide ancora i P.108 impegnati in 4 missioni contro le forze anglo-americane.

Le perdite furono elevate e nell'estate del 1943 la 274a Squadriglia era stata praticamente distrutta.

Nel 1943, con la disponibilità dei nuovi motori AR128 RC18 per equipaggiare gli SM.79, una nuova missione contro Gibilterra fu tentata il 19 giugno 1943.

La missione. Prima per gli SM.79 richiese un lungo studio della rotta e i dieci velivoli scelti per la missione dovettero decollare dall'aeroporto francese di Istres, più vicino all'obiettivo. Anche in questo caso il volo doveva durare 10 ore di cui solo 30 minuti per l'attacco.

A mezzanotte del 19 luglio 1943, nove SM.79 decollarono con a bordo 5.000 litri supplementari di carburante, guidati dal Ten. Col . Carlo Unia e comprendente i migliori piloti di aerosiluranti italiani, come Magg. Casini, Magg. Melley, cap. Marini, Cap. Cimicchi, cap. Magagnoli, Cap. Di Bella, Cap. Faggioni, cap. Amosu. Solo l’SM.79 del Cap. Graziani non potè partecipare a causa dei danni subiti in fase di addestramento.

Gli aerei seguirono a quota 2.000 metri la costa spagnola, ma uno dopo l'altro dovettero tutti interrompere la missione per i più diversi problemi tecnici: solo due SM.79, pilotati dal cap. Cimicchi e Cap. Faggioni, riuscì a raggiungere Gibilterra, trovando la baia piena di navi e completamente illuminata. Entrambi lanciarono i loro siluri, senza poterne osservare i risultati.

La SM.79 del Cap. Cimicchi fu l'unico a rientrare ad Istres alle 0940 del 20 giugno, mentre l'aereo di Faggioni fu costretto ad atterrare in Spagna per l'eccessivo consumo di carburante.