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Nella battaglia di Omdurman del 2 settembre 1898, le forze britanniche, egiziane e sudanesi sconfissero i mahdisti in Sudan, portando alla creazione del Sudan anglo-egiziano. La battaglia mise in evidenza il vantaggio tecnologico delle istituzioni militari europee sui loro avversari, coraggiosi ma primitivamente armati nelle guerre dell'imperialismo coloniale che precedettero la prima guerra mondiale.
La preoccupazione per la sicurezza del Canale di Suez, il più importante collegamento della Gran Bretagna verso l'India, portò il governo britannico a inviare forze navali e di terra in Egitto nel 1882. Dopo la battaglia di Tel el Kebir del 13 settembre 1882, gli inglesi stabilirono il loro controllo su tutto l'Egitto. Sebbene l’Egitto mantenesse un sovrano nominale – il khedivè, il vero potere nel paese dipendeva dal console generale britannico e dall'alto commissario, e ben presto i britannici considerarono la Valle del Nilo parte dell'Impero.
Dall'Egitto, gli Inglesi furono presto trascinati in difficoltà nel vasto, povero e ostile Sudan. L'Egitto aveva a lungo cercato di stabilire il suo controllo sulla regione dell'Alto Nilo, ma suscitarono una forte opposizione le azioni contro la tratta degli schiavi e le pesanti tasse imposte ai sudanesi. Nel 1883 Muhammad Ahmad ibn as-Sayyid Abd Allah, figlio di un costruttore di barche del Nilo, sorse in Sudan, proclamandosi Mahdi – il Messia. Ben presto ebbe migliaia di seguaci guerrieri, conosciuti come Dervisci.
Il governo egiziano dovette intervenire per reprimere la rivolta. L'ex ufficiale dell'esercito indiano, il generale William Hicks, fece marciare 8.500 soldati dell'esercito egiziano nel deserto, solo per essere annientato il 3 novembre a El Obeid dalle forze mahdiste al comando di Abu Anja, uno dei migliori generali del Mahdi. La reputazione del Mahdi aumentò vertiginosamente dopo questa vittoria e l'intero Sudan si rivoltò all’occupazione egiziana.
Gli egiziani cercarono quindi l’assistenza dal governo britannico; mantenevano il controllo della navigazione sul Nilo e il possesso della città di Khartoum, alla confluenza del Nilo Azzurro e del Nilo Bianco, ma il primo ministro William Gladstone decise che i civili inglesi dovevano evacuare da Khartoum. Per fare ciò, inviò il maggiore generale Charles Gordon.
Gordon era stato in passato governatore del Sudan e aveva preso una posizione aggressiva contro la tratta degli schiavi. Profondamente religioso ed eccentrico, Gordon fu la scelta peggiore per una missione che prevedeva la capitolazione. Ignorò completamente le istruzioni originali di Gladstone e convinse il ministero egiziano a ristabilire il controllo britannico sul Sudan. Gordon risalì il Nilo fino a Khartoum, dove si insediò e venne assediato dai Mahdisti. Gladstone sotto pressione dell'opinione pubblica dovette inviare forze di soccorso al comando del generale Garnet Wolseley.
Mentre la spedizione di soccorso si avvicinava lentamente a Khartoum questa, dopo un assedio durato 317 giorni, il 26 gennaio 1885, venne conquistata dai Dervisci, che travolsero le difese della città, presero d'assalto il palazzo e massacrarono l'intera guarnigione, presentando la testa mozzata di Gordon su una lancia.
Il 21 giugno 1885 il Mahdi morì. Il suo successore, Kalifa Abdullah, ed i suoi seguaci dervisci completarono la conquista del Sudan.
Solo nel 1896 il governo britannico decise di riconquistare il Sudan, operazione facente parte di un piano per fornire una difesa in profondità per il Canale di Suez alimentato dall'interesse francese e italiano per il Sudan. Agli ordini di Londra, il comandante in capo dell'esercito egiziano maggiore generale Horatio Herbert Kitchener fece marciare le forze a sud dell'Egitto. Kitchener comandava sei brigate di fanteria. Aveva solo quattro battaglioni britannici e la maggior parte della sua forza di 25.000 uomini era composta da egiziani e sudanesi. Kitchener aveva anche circa 20 mitragliatrici Maxim, artiglieria e cannoniere fluviali. Aveva un considerevole treno di rifornimenti di cammelli e cavalli e costruì una linea ferroviaria mentre procedeva verso sud.
Il metodico Kitchener catturò Dongola il 21 settembre 1896 e Abu Hamed il 7 agosto 1897. Sconfisse poi le forze mahdiste a Osman Dinga e Khalifa Abdullah nella battaglia del fiume Atbara il 7 aprile 1898. Il 1 settembre 1898, Kitchener arrivò fuori Omdurman, attraverso il Nilo da Khartoum, per affrontare il principale esercito mahdista. Tra i presenti dalla parte britannica c'era il soldato e giornalista di 23 anni Winston Churchill.
Dopo alcune scaramucce preliminari, la mattina del 2 settembre circa 50.000 dervisci sudanesi al comando del Khalifa Abdullah attaccarono le linee britanniche. I Mahdisti avevano forse 15.000 fucili, con il resto dei loro uomini armati solo di lance e spade.
In una serie di attacchi contro la posizione britannica i Mahdisti furono semplicemente annientati, anche se il disastro fu evitato per un pelo quel pomeriggio quando Kitchener, che pensava che la lotta fosse finita ed era ansioso di evitare una battaglia di strada per Omdurman, cercò di posizionare le sue forze tra i Mahdisti e la capitale. Mentre si muovevano, la fanteria di Kitchener incontrarono una nuova forza che non aveva partecipato ai combattimenti precedenti. Fortunatamente per Kitchener, questo attacco giunse in ondate separate. La brigata sudanese del generale Hector MacDonald riuscì a tenere a bada i Mahdisti e il 21° Lancieri caricò e sconfisse un'altra forza che apparve improvvisamente sul fianco destro britannico.
Durante la battaglia di Omdurman gli inglesi avevano usato i loro fucili a caricatore e le mitragliatrici Maxim per uccidere forse 10.000 dervisci e ferirne altrettanti, con 5.000 fatti prigionieri. Il costo per la parte britannica fu di 48 morti e 434 feriti. Si dice che Kitchener, osservando il campo di battaglia da cavallo, abbia annunciato (con un notevole eufemismo) che al nemico era stata data "una buona spolverata".
La battaglia di Omdurman diede anche alla Gran Bretagna il controllo del Sudan a tutti gli effetti pratici e fece di Kitchener un eroe nazionale britannico.
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