Maschere antigas italiane
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Il Regio Esercito costituì nel 1915 la Commissione Gas Asfissianti per lo studio del problema. Oltre a lavorare sui gas da utilizzare, la commissione si occupò di dispositivi di protezione contro i suddetti agenti. Sono stati discussi molti progetti, tra cui l'idea del professor Icilio Guareschi e Amedeo Herlitzka, che proposero una maschera a pieno facciale con un filtro fatto di sostanze bloccanti solide, ma questo progetto venne accantonato preferendo una soluzione più leggera e più facilmente indossabile.

Per questo motivo lo sviluppo fu affrettato e la prima maschera approvata fu la Ciamician-Pesci (disegnata da Giacomo Ciamician e Leone Pesci, chimici che facevano parte della Commissione).

Il dispositivo Ciamician-Pesci era chiamato “tampone” perché identico al classico tampone usato in campo medico. Esso veniva fissato al volto grazie a due anse di elastico che passavano dietro alle orecchie. Era costituito da vari strati di tulle cuciti tra loro in modo da creare una tasca in cui veniva inserita una faldina impregnata con una soluzione acquosa di carbonato di sodio, carbonato di potassio e iposolfito di sodio. Il tutto era corredato da una faldina di ricambio e un boccettino contenente altra soluzione neutralizzante. Gli occhi erano protetti da un paio di occhialini antilacrimogeni.

I modelli successivi del tampone prese la forma conica ma rimanevano le criticità della mancanza di copertura di tutto il viso, l’irritazione alla pelle e la durata limitata della protezione.

Rivelatasi tragicamente inefficace al fosgene, sul Monte San Michele, l'anno successivo venne sostituita dal modello Polivalente Z derivato dalla M2 francese.

La Polivalente Z era composta da più strati di pelucchi imbevuti di sostanze bloccanti, che erano cuciti e rivettati tra loro, rendendoli in grado di adattarsi al pieno facciale del soldato con una tenuta ermetica. Quegli strati, che fungevano da filtro, erano ricoperti da un rivestimento di tela cerata grigioverde. Gli oculari erano fatti di mica e tendevano a rompersi facilmente, motivo per cui nella produzione successiva avevano un rinforzo metallico. La maschera è stata indossata utilizzando un'imbracatura a tre punti di materiale elastico.

La maschera era contenuta in una scatola di metallo o legno rivestito di tela che riportava il ben noto testo: "Chi si leva la maschera muore, tenetela sempre con voi". Di solito nella scatola c'era un opuscolo che spiegava come usare la maschera.

 

Fonti

https://gasmaskandrespirator.fandom.com/wiki/Italian_WW1_fabric_half-masks

https://gasmaskandrespirator.fandom.com/wiki/Polivalente_Z

http://www.centenario1914-1918.it/it/2015/01/30/combattimenti-maschera