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Le mire tedesche sul petrolio del Medio Oriente datavano dall'epoca guglielmina e la diplomazia nazista si era riallacciata a questi precedenti per tentare di sottrarre i popoli arabi alla tutela inglese. Essa tendeva, in sostanza, a disfare l'opera del Colonnello Lawrence, che nella Prima Guerra Mondiale aveva consegnato alla Gran Bretagna l'eredità dell'impero turco, creando stati arabi indipendenti di nome ma succubi della volontà britannica. A Baghdad, i diplomatici tedeschi avevano svolto un intenso lavoro, portando gli iracheni, e soprattutto la casta militare, ad comprendere che l'indipendenza del loro paese era più fittizia che reale. Scaduto il mandato nel 1930, la Gran Bretagna aveva infatti imposto all'Iraq un trattato che consentiva agli inglesi di mantenere due basi aeree, una a Shaibah, vicino al porto di Bassora, e l'altra ad Habbaniya, a 90 km dalla capitale e che metteva il territorio, in caso di guerra, a quasi completa disposizione delle truppe britanniche. La diplomazia tedesca aveva seminato bene fra i militari iracheni il sentimento antibritannico, quindi si attendeva soltanto un'occasione propizia per ributtare gli inglesi al di là delle frontiere. L'occasione sembra presentarsi nella primavera del 1941, quanto le forze italo-tedesche di Rommel irruppero in Egitto, la Wehrmacht scendeva dai Balcani ad occupare la Grecia e la Siria era presidiata da truppe francesi fedeli al governo filonazista di Vichy. La concomitanza di questi fatti indussero i vertici militari iracheni a passare all’azione.
Il 10 aprile 1941 i militari iracheni del Golden Square - il movimento di liberazione iracheno - si impadronirono del potere a Baghdad, proclamando la deposizione del reggente, mettendo agli arresti il giovane re Feisal II e insediando una giunta capeggiata da Rashid Alì el Gajlani. Gli inglesi non stettero e guardare e, forti del trattato del 1930, iniziarono a far affluire truppe dalla vicina India, nonostante le proteste del governo iracheno; il 17 aprile giungeva aviotrasportato da Karachi un reggimenti di fanteria inglese e alcuni giorni più tardi sbarcava a Bassora la 10° Divisione di fanteria indiana. L'esercito iracheno, che si componeva di 4 divisioni addestrate da istruttori britannici, inizia le operazioni militari contro gli inglesi attestandosi sulle alture che circondano la base aerea di Habbaniya e interrompendo il flusso del petrolio da Kirkuk ad Haifa, convogliando il prezioso liquido verso la Siria.
Messerschmit BF 110 con insegne irachene Frattanto a partire dal 10 maggio, reparti aerei della Luftwaffe, taluni con contrassegni della Royal Iraqi Air Force, giungeva a Mosul e da li iniziarono ad operare: il neo costituito Fliegerführer Irak disponeva di 7 He 111, 14 Bf 110 e numerosi Ju 52. Anche il supporto italiano non tardò ad arrivare; una squadriglia di caccia CR42 della 155° Squadriglia più supporti logistici denominata “Squadriglia Speciale Irak” giungerà a Mosul il 26 maggio.
Modellino di Fiat CR42 con insegne irachene - http://www.modellismosalento.it/ Il presidio inglese di Habbaniya, rinforzato dai contingenti indiani arrivati da Bassora e appoggiato dai vecchi apparecchi di stanza alla base, respinge però tutti gli assalti, pur disponendo, soltanto di diciotto autoblindo, di un paio di vecchi obici. Gli inglesi passarono subito al contrattacco: le truppe irachene, che cingevano d'assedio la base di Habbaniya, vengono sottoposte a pesanti bombardamenti aerei e il 5 maggio, dopo un furioso attacco di soldati curdi e siriani arruolati nelle file britanniche, evacuarono l'altipiano di Habbaniya e si ritirano verso la località di Al Falluja. Gli ufficiali del Golden Square decidono allora di operare sabotaggi alle linee ferroviarie, allagare le zone paludose ed appoggiarsi agli ostacoli naturali per ostacolare i movimenti del nemico. Gli inglesi non stanno con le mani in mano e, dopo avere ulteriormente rinforzato le truppe si apprestano a muovere con obiettivo Al Falluja, dove è concentrato il grosso dell'esercito iracheno sconfitto ad Habbaniya. L' avanzata su Al Falluja è faticosa, ma più a causa degli allagamenti e delle insidie del terreno, che a causa delle azioni belliche nemiche. Il 15 maggio, dopo un breve combattimento, le forze irachene vengono sloggiate dalla città. Il 22 maggio, gli iracheni abbozzano un contrattacco da Nord-Est, penetrando in alcune strade della città, ma vengono respinti.
Il comandante le forze inglesi muove quindi verso Baghdad e il 28 maggio s' impadronisce del forte di Khan Nuqta, appena evacuato dagli iracheni e entra in Baghdad il 31 maggio. A quel punto inizia lo sbandamento del fronte di Rashid Alì II 27 maggio, mentre gli inglesi avanzano su Baghdad, la Luftwaffe e i Fliegerkorps infrangono le ultime resistenze di Creta, perdendo più di 3600 paracadutisti, 320 piloti e 200 aerei, cioè quasi la metà della flotta aerea d'invasione. Se questa possente armata aerea fosse stata impiegata sul teatro d'operazioni deIl'Iraq, il risultato avrebbe invece largamente compensato le perdite. Rashid Alì e i principali capi del movimento antibritannico scappano in Persia. Il sindaco di Baghdad assume il controllo della città e chiede l'armistizio, che gli inglesi si affrettano a concedergli astenendosi da inutili rappresaglie. Si restaura il governo precedente e termina così il tentativo dell’Asse di impadronirsi del petroli iracheno. Gli aerei tedeschi risultarono quasi tutti distrutti mentre alcuni caccia italiani riuscirono prima a riparare in Siria, territorio francese e poi nei possedimenti in Dodecaneso, unendosi ai reparti operanti in quelle basi.
Fonti bibliografiche: http://www.modellismosalento.it/oldsite/modelli/aerei/CR42/CR42.html http://www.italianwings.it/itwi/ir42.htm https://weaponsandwarfare.com/2019/10/08/air-war-over-iraq/ https://weaponsandwarfare.com/2019/06/15/britain-defends-in-iraq/ http://www.storiaverita.org/2019/01/07/i-r-a-q-1-9-4-1-unoccasione-perduta-di-gianni-bernabo-brea/ https://www.asisbiz.com/il2/CR-42/Iraq/pages/IL2-NK-Fiat-CR-42-Falco-Iraq-V0A.html Lyman, Robert (2006). Iraq 1941: The Battles for Basra, Habbaniya, Fallujah and Baghdad. Campaign. Oxford, New York: Osprey Publishing. pp. 96. Kurowski, Franz (2005). The Brandenburger Commandos: Germany's Elite Warrior Spies in World War II. Mechanicsburg, Pennsylvania: Stackpole Book.
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