Umberto di Savoia ai campi militari
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Nella prefazione, l’autore Pier Giorgio Corino, ci racconta che il libro nasce dal ritrovamento nel caratteristico mercato delle "pulci" di Torino di alcune scatole di vecchie lastre fotografiche. Le lastre ritraevano alcuni momenti della vita militare torinese del Principe Ereditario, nel periodo dal 1925 al 1931. Nel settembre 1925 SAR Umberto di Savoia, principe ereditario al trono del Regno d’Italia, venne destinato al 91° Regg. Fanteria di stanza a Torino. Gli anni che seguono lo vedono scalare rapidamente la gerarchia militare fino a diventare, nel marzo 1929, colonnello comandante del 92° Regg. Fanteria. Nel gennaio 1930 si sposa con Maria Josè del Belgio e, nel settembre 1931 viene promosso generale e deve lasciare Torino per Napoli, dove lo attende un nuovo incarico nelle file del Regio Esercito. E’ in questo periodo che il fotografo autore delle lastre pubblicate, ritrae il Principe durante le uscite con il suo Reggimento per i campi addestrativi. E subito al lettore appare evidente la naturalezza del Principe, uno dei pochi personaggi di Casa Savoia amato dalla popolazione per le sue doti di umanità. Le foto lo ritraggono in molteplici situazioni, sempre al pari dei soldati e sempre con il sorriso in viso, ben disposto verso quelli che dovevano (nel tempo) diventare suoi sudditi. Il libro, edito da Melli, è una finestra sulla seconda metà degli anni Venti. Dalle lastre si rileva anche l’entusiasmo che emana il Principe, entusiasmo che contagia tutti i vicini. Anche nella vita civile il Principe è allegro, spigliato e "spumeggiante"; la stampa lo definisce il "prince charmant" e la sua vita mondana viene spesso criticata negli austeri ambienti militari e dal Sovrano. Queste lastre testimoniano anche la vita condotta negli anni Venti dai militari e nelle località toccate dal 92° Regg. Fanteria nei campi. L’arrivo dei militari è un’occasione di festa, in cui rispolverare i costumi locali e per stare in compagnia attorno ad un bicchiere di vino. La presenza del Principe fornisce importanza e prestigio. Una bella finestra su di un mondo che era dei nostri nonni o dei nostri genitori e che abbiamo solo sentito raccontare in aneddoti o visto nell’archivio delle foto di famiglia. E sicuramente sono anche tante le riflessioni e le osservazioni che il libro ispira. Una fra tutte, viziata forse dal momento storico in cui ci troviamo. Nelle lastre il Principe si trova spesso tra la popolazione e tra la truppa. Non appaiono mai distintamente guardie o incaricati della sua sicurezza. Oggi a 70 anni di distanza, un personaggio pubblico, con responsabilità di Stato, si muove pubblicamente circondato da un nugolo di guardie del corpo e su mezzi di protezione adeguati. Non ultima è apprezzabile l’ottima qualità delle fotografie che permettono di distinguere minimi particolari, ghiotta fonte di documentazione per lo storico, il ricercatore, l’appassionato. Non vi è miglior modo di terminare che con le parole con cui l’autore chiude la sua prefazione: "Andiamo ad assistere, sta per transitare il Principe di Piemonte alla testa del suo glorioso 92° Reggimento Fanteria".
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