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Nel giugno 1940, il 1° Reggimento carristi con i 3 battaglioni carri di assalto (Magg. Ribet, Gen. Berardi e Gen. Monti) ed un battaglione di carri di rottura fu dislocato sul fronte occidentale. Nella battaglia delle Alpi i battaglioni parteciparono ai combattimenti del Moncenisio con valore e spirito di sacrificio e ciascuno di essi fu decorato di ricompensa al Valor Militare. Il battaglione Gen. Monti nel settembre 1940 fu inviato in Africa Settentrionale e subito prese parte alle prime azioni vittoriose sul fronte libico e nel deserto Marmarico, sacrificandosi poi durante l’offensiva britannica sviluppatasi verso la fine dell’anno. Anche nei primi mesi del 1941 in Cirenaica affrontò i più duri combattimenti contro un nemico agguerrito e ben organizzato.
Nel giugno 1940 il 3° Reggimento carristi fu inviato (con 2 battaglioni carri L ed 1 battaglione carri lanciafiamme) sul fronte occidentale, alle dipendenze della 1a Divisione Celere, di cui facevano parte anche il 1° Reggimento Bersaglieri ed il Reggimento Cavalleggeri di Monferrato. La durata delle operazioni fu breve ed il Reggimento non ebbe modo di prendervi parte. Rientrato a Bologna continuò a svolgere il compito di addestramento degli allievi ufficiali, degli allievi sottufficiali e degli allievi specialisti, nonché quello della costituzione e preparazione di nuove unità destinate ai vari fronti. Questo secondo compito era affidato a tutti i reggimenti carri, compresi quelli incorporati nelle grandi unità, perché ciascun reggimento aveva lasciato nelle sedi originarie della Madre Patria, un ente (il deposito) con funzioni amministrative e matricolari, il quale provvedeva in un primo tempo a ricevere il personale ed i mezzi ed, in un secondo tempo, all’addestramento. Il 3° Reggimento, già dal dicembre 1940, aveva inviato in Africa Settentrionale il V battaglione carri L assegnato alla divisione Pavia che nel gennaio 1941 prese parte alla riconquista del deserto sirtico e, successivamente, a quella di Agedabia ed all’assedio di Tobruch. In una lotta insidiosa e contro un nemico preponderante, i carristi del V sostennero violenti ed accaniti combattimenti sino ai primi di dicembre affrontando sia forze di fanteria e corazzate, sia i munitissimi capisaldi, sacrificando uomini e carri. Dopo tali episodi, il 3° Reggimento trasformò il IX battaglione carri L nel IV battaglione carri M13 e, ultimata la necessaria preparazione, l’inviò in Africa Settentrionale dove sbarcò il 29 luglio 1941. Qui il battaglione venne incorporato nel 132° Reggimento carri Ariete con il quale partecipò a tutti i combattimenti sino alla battaglia di el Alamein. La distaccata Compagnia Meccanizata di Zara, nella preparazione delle operazioni contro la Jugoslavia, il 1 aprile 1941 lasciò gli accantonamenti e fu dislocata, unitamente al IX battaglione bersaglieri Zara, al confine con la Jugoslavia, nel settore di Zemonico. Il 5 aprile, iniziate le ostilità, eliminò i posti di confine ed occupò Bencovac. Il battesimo del fuoco avvenne il 6 aprile intorno a Knin, in un furioso combattimento in cooperazione con il battaglione bersaglieri Zara. Procedendo verso sud raggiunse Sebenico, Trau e Spalato, ove passò alle dipendenze del III Corpo d’Armata. Successivamente concorse a mantenere l’occupazione di Mostar, Ragusa e Cattaro, nelle cui zone fronteggiò le bande ribelli jugoslave.
Il 4° Reggimento carristi, mobilitato il 6 luglio 1940 ed inviato in Africa Settentrionale, sbarcò a Bengasi l’8 luglio, iniziando subito il trasferimento verso il confine libico-egiziano, ove erano attestate truppe britanniche. Il 5 agosto avvenne il battesimo del fuoco in località Sidi Azeiz e qui il reggimento si scontrò con reparti nemici che mise in fuga. Raggiunta la nuova dislocazione, il 13 settembre varcò il confine con 1 battaglione carri L e 2 battaglioni carri M11, alla testa della 1a Divisione Libica e combattè per 4 giorni riuscendo ad occupare la località di Sidi el Barrani, azione questa che segnò la prima vittoria italiana in Marmarica. Nei successivi mesi i reparti alternarono periodi di riorganizzazione ad azioni difensive. Il II battaglione, in appoggio alla 2a Divisione Libica, il 5 novembre impegnò ad Alam el Quatrana forze corazzate avversarie che avevano circondato truppe italiane a piedi; il I battaglione corse in aiuto, il 19 novembre, di truppe motorizzate cadute in un agguato ad Alam Abu Hileiuat; il II battaglione il 9 dicembre si sacrificò contro l’attacco di preponderanti forze nemiche sul caposaldo Maletti, a Sidi el Barrani. Quando l’offensiva britannica si sviluppò in pieno i reparti carri erano già decimati, ma le rimanenti unità, ancora una volta, fecero barriera all’incalzare del nemico al bivio di El Adem, sulla rotabile per Tobruch dove, nella notte sul 20 gennaio, dopo una intensa preparazione aerea e di artiglieria, l’avversario scatenò un furioso attacco. Fu un combattimento ad oltranza, spinto sino all’urto materiale di alcuni carri italiani contro quelli avversari ed all’uso dell’arma bianca, finchè il 21 gennaio, ridotto a pochi uomini soltanto, il 4° Reggimento cessò di esistere e per non far cadere nelle mani del nemico la Bandiera, la arse nel rogo dei suoi morti e dei suoi carri. Presso il Deposito in Roma continuò l’opera di organizzazione e di preparazione di nuovi reparti, ma essi, imbarcatisi il 17 maggio 1941 a Napoli, non ebbero la fortuna di raggiungere l’altra sponda per azione di siluramento avvenuta la sera del 24 maggio al largo di Siracusa del piroscafo Conte Rosso.
Il IX battaglione carri L, già facente parte del 4° Reggimento fanteria carrista, fu inviato in Africa Settentrionale nel novembre 1939, e sbarcò nel porto di Derna. Nel giugno 1940 il battaglione, alle dipendenze della 1a Divisione Libica, si impegnò ben presto contro forze britanniche che avevano sopraffatto i posti di confine. Il 16 giugno fu attaccato verso Sidi Omar e la ridotta Capuzzo da forze corazzate avversarie, che mise in fuga dopo aver sacrificato la maggior parte dei carri. Spostatosi nella zona di Tobruch per riorganizzarsi fu impiegato in azioni offensive in varie località, in rinforzo dei reparti libici. Anche il 9 dicembre sostenne un accanito combattimento nella zona del caposaldo di Alam el Tumma, in cui subì ulteriori perdite, per cui i superstiti furono assegnati in rinforzo ai reparti del 4° Reggimento carristi con i quali si immolarono il 21 gennaio 1941 nell’attacco inglese su Tobruch. I battaglioni XX e XXI carri L, assegnati alle divisioni dipendenti dai Corpi d’Armata XX e XXI, parteciparono a tutti gli scontri avvenuti nel tormentato periodo di operazioni che va dal luglio al novembre 1940, in cui le puntate offensive delle truppe meccanizzate avversarie, provenienti da ogni direzione, contro truppe nazionali e libiche appiedate davano luogo al necessario e continuo impiego delle poche forze meccanizzate esistenti in quel teatro. Successivamente, durante l’avanzata di ingenti forze britanniche (operazione "Compass" dicembre 1940 - gennaio 1941) si opposero al nemico preponderante per uomini e mezzi, da Bardia ad Agedabia e sino a Tobruch, affrontandolo nell’impari lotta sino alla distruzione dell’ultimo carro.
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