L'opera in caverna del Vallo Alpino
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La frontiera della nostra Regione fu sempre, nelle epoche passate, teatro di invasioni e di battaglie. Similarmente a quanto facevano le altre Grandi Potenze, negli anni seguenti la Prima Guerra Mondiale, l’Italia ritenne opportuno costruire, lungo la frontiera occidentale, che il panorama politico di quei tempi riteneva "a rischio", una linea fortificata denominata "Vallo Alpino" con il compito di sbarrare il passo ad eventuali forze d’invasione. A differenza degli altri sistemi fortificati che si svilupparono principalmente su terreno pianeggiante, il Vallo Alpino risiedeva in ambiente montano; questo lo rendeva unico nel suo genere in quanto opera fortificatoria e orografia montana dovevano fondersi, con la prima diventata parte viva della seconda. Le opere, concentrate nelle aree dei principali valichi di frontiera, erano costituite da centri di fuoco permanenti, integrati da opere sussidiarie (strade, ricoveri, batterie occasionali) sviluppantesi nelle immediate retrovie. Il libro "L’opera in caverna del Vallo Alpino" di Pier Giorgio Corino, edito da Melli, si prefigge lo scopo di guidarci dentro queste opere ed illustrarci, tramite documenti originali dell’epoca, foto e particolari costruttivi, le principali tipologie dell’architettura militare di allora. Furono emanate precise e circostanziate direttive con circolari del Ministero della Guerra; in queste venivano espressi, sinteticamente e per linee guida generali, i concetti che dovevano ispirare la costruzione, il posizionamento e l’armamento delle opere poste a difesa permanente della frontiera. Per l’ambiente in cui si sviluppavano queste fortificazioni, la progettazione e la realizzazione dovevano essere adattate di volta in volta alla caratteristiche orografiche e di altitudine del territorio in cui le stesse si sviluppavano. Nel frattempo la strategia mutava con la veloce evoluzione degli armamenti ed il libro propone le Circolari che aggiornavano i criteri di progettazione e di realizzazione delle opere. La parte preponderante del libro è però destinata ad illustrare le caratteristiche tecnico-costruttive delle opere in caverna. Tutti i componenti sono descritti con disegni costruttivi e con foto, con una completa e doviziosa disamina di tutti i particolari. Corino, noto appassionato di architettura militare, ha profuso in questo libro uno sforzo notevole per consentire al lettore di comprendere le caratteristiche delle opere del Vallo Alpino. Non è questo il lavoro che illustra la disposizione e la storia del Vallo Alpino ma vuole più essere un "manuale" generale dell’opera fortificatoria in caverna italiana prima della Seconda Guerra Mondiale. In questo libro troviamo tutti gli elementi che possiamo incontrare in una gita attorno al Moncenisio, nell’Alta Valle Susa o, più genericamente, lungo tutto l’arco alpino confinante con la Francia, soprattutto se ci addentriamo in un cunicolo di un’opera del Vallo. I sistemi descritti entrarono in azione per pochi giorni, nella Battaglia delle Alpi; alcuni appaiono contorti ed anacronistici, visti con gli occhi del "nuovo millenio". Vale però la pena non dimenticare l’approccio italiano alla fortificazione di posizione: frettoloso, approssimato e carente di organizzazione generale e di risorse finanziarie adeguate; con tempo e risorse maggiori, queste opere avrebbero svolto ben altro ruolo nel conflitto, potendo veramente diventare un baluardo insormontabile.
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